“Il sole splende per tutti”: diciamo no al razzismo, di Nicolas Puddu e Cristian Cecchetto

“Fino a quando il colore della pelle non sarà considerato come il colore degli occhi noi continueremo a lottare”

Ernesto Che Guevara

La parola  “razzismo” si riferisce a un’idea secondo la quale le persone possano essere distinte in razze, esattamente come nel caso degli animali, sulla base delle differenze che le caratterizzano. In senso stretto, tuttavia, il razzismo come teoria che classifica e divide l’umanità in razze “superiori” e “inferiori” rappresenta un fenomeno  recente; mentre l’accezione che meglio conosciamo- con la sua forte componente di discriminazione del diverso-è molto antica e sin dal passato esiste in virtù della necessità di giustificare l’oppressione delle fasce più deboli o svantaggiate.  Pensiamo che rappresenti una tendenza da combattere ogni uomo: chi stiamo offendendo è un altro uomo con sentimenti uguali ai nostri, identico a noi in tutto per tutto a prescindere da quei fattori culturali (la lingua, la religione e il modo di vivere) e pertanto meritevole dello stesso rispetto che useremmo verso noi stessi.

Chi ha certamente bisogno d’aiuto, d’altra parte, è probabilmente il razzista, che ha bisogno di svalutare e degradare un’altra persona per primeggiare e non riesce evidentemente a capire che tra gli occidentali c’è non meno delinquenza e degrado di quanta ne ravvisino loro presso gli altri popoli. Non è certo il colore della pelle, insomma, a renderci diversi: siamo tutti uomini.

Nicolas Puddu

Cristian Cecchetto

Autore dell'articolo: Redazione