Resoconto Polizia Postale 2022: Il male corre anche sul web dei sardi.

«Io prima di arrivare qui ho lavorato in reparti dove ho visto persone morte ammazzate, ma questo… questo è il male assoluto». La voce è rotta dall’emozione, la voce di un padre che non si arrende nel provare a salvare quei bimbi come fossero suoi, perché questo non è solo un lavoro, è una missione, è una battaglia dove si parte svantaggiati, una battaglia che non permette né pause né sbagli, è una lotta contro un male mondiale, un male che si chiama pedopornografia.

In questo contrasto alla viltà umana non è da solo il dott. Francesco Greco, Dirigente del Compartimento della Polizia Postale e delle Comunicazioni della Sardegna, con lui, a vegliare su quelle anime indifese, c’è la speciale squadra di poliziotti guidati dal Sostituto Commissario Daniele Bracco «Insieme a Francesco sovrintendiamo alle operazioni ma in casi particolari dobbiamo guardare quelle immagini, quei video e non ci si abitua mai e i ragazzi che se ne occupano hanno un supporto», continua il dott. Greco «infatti per quanto siano orribili le immagini, il peggio si raggiunge con i video perché c’è il sonoro…». «Ultimamente si sta verificando un altro tipo di approccio a questo mondo, – continua ancora Greco – siccome i dati nel cloud o nei pc possono essere facilmente rintracciabili, le nuove frontiere di questi criminali sono le dirette, praticamente con le cryptomonete si comprano dei link nel dark web, vengono spediti su mail fantasma dalle quali poi i pedofili accedono al link così da partecipare all’abuso, chiedendo a chi è dall’altra parte che fantasia mettere in pratica e su chi. Ormai è uno schifo senza limiti e per questo nuovo modo siamo quasi inermi perché non è rintracciabile e non lascia traccia».

I dati della Polizia Postale di Cagliari sono impietosi, nel solo anno 2022 i casi in cui i responsabili maggiorenni rei di detenere materiale pedopornografico, o di averlo divulgato o di aver istigato alla pedofilia sono stati 20, 3 addirittura minorenni, per un totale di 39 perquisizioni con 30 persone denunciate e 2 arrestate, per l’ammontare di circa 5 terabyte di dati sequestrati, più o meno come avere 5 milioni di foto in alta qualità.
Purtroppo però ci sono stati anche casi più gravi riguardanti l’adescamento di minorenni con 6 perquisizioni e 16 persone denunciate, 8 casi invece hanno coinvolto ragazzi tra i 14 e i 17 anni, 13 casi bambini tra i 10 e i 13 anni e purtroppo 1 vittima di abusi identificata.

In altri 3 casi le vittime adescate erano addirittura tra i 0 e i 9 anni, il che può sembrare paradossale ma ormai l’età in cui i bambini hanno tra le mani un loro dispositivo personale, cioè non prestato dai genitori, è sempre più bassa, già dai 5 anni. Questo dovrebbe far riflettere i genitori, sia sulla opportunità di lasciare i figli con certi dispositivi, sia sul fatto che la sicurezza di averli in camera usando il cellulare o tablet è abbastanza effimera. Inoltre qualunque cosa loro subiscano o commettano, la responsabilità, non solo a livello morale ma anche penale, e il senso di colpa ricadranno sempre in primis sui genitori.

La lotta quotidiana della Polizia Postale al crimine informatico però non è solo pedopornografia, nel web si annidano tante altre insidie nelle quali si cade, alle volte, più o meno inconsciamente. Le cause più comuni riguardano le truffe vere e proprie e le frodi perpetrate con mezzi informatici, reati che il codice penale distingue. Nel primo caso ricadono tutti quei crimini nei confronti di persone che vengono indotte all’errore, come le truffe immobiliari cioè case vacanza o viaggi veri e propri prenotati e pagati ad agenzie di viaggio fittizie che poi spariscono con il maltolto. Ci sono ancora le truffe sentimentali che passano da siti di incontri dove il più delle volte si finisce a spedire soldi in paesi esteri che servono solo a foraggiare dei lestofanti piuttosto che dei cuori solitari, c’è poi il trading online e le truffe con l’e-commerce, reati i quali tutti insieme solo in Sardegna e solo dai dati della Polizia Postale (i dati totali potrebbero essere diversi, ma mai per difetto, se venissero presi in considerazione anche quelli delle Questure sarde) hanno coinvolto 513 persone, minorenni compresi, con 272 persone denunciate e 2 arresti.

L’apice della truffa si raggiunge con il già accennato trading online, il quale solo lo scorso anno ha visto volatilizzarsi quasi 4 milioni di euro per il solo tentativo di acquisto o vendita di titoli in internet e di oltre 4.2 milioni di euro con il totale delle altre truffe. Soldi passati nelle mani dei criminali dei quali solo poco più di 30 mila sono stati recuperati, questo perché spesso i soldi vengono spediti all’estero e praticamente diventa impossibile recuperarli, per via di leggi differenti di paesi spesso extracomunitari e per i quali necessità una rogatoria internazionale alle volte non concessa o non efficiente. Inoltre a seconda della somma, nell’intorno dei 1000/1500€, la procedura della denuncia si blocca per il basso importo, i truffatori questo lo sanno e le richieste oramai viaggiano nell’ordine dei 700€, così che non vengano perseguiti, anche perché alle volte il truffato, anche per importi superiori, nemmeno sporge denuncia per timore o per vergogna.

Sono infatti ancora tanti i sardi convinti di investire soldi per averne un tornaconto maggiore, i tassi però sono talmente vantaggiosi che «il 20% di interesse lo capisci da te che non può essere veritiero ma la gente ci cade, alle volte non per vera e propria cupidigia ma magari sono padri che investono la liquidazione per comprare una casa ai figli o nonni che vogliono aiutare i nipoti e finiscono per perdere tutto – dice il Sostituto Commissario Bracco – e poi non denunciano per vergogna di dover spiegare come li hanno persi e anche quando lo fanno, spesso non hanno indietro niente o quasi». I truffatori usano degli escamotage vecchi come il mondo che inducono il malcapitato ad investire somme sempre maggiori, all’inizio si parte con piccole somme, nel breve periodo gli “investitori” vedono ritornare indietro la cifra con tutti gli interessi promessi, ma questo è illusorio ed è possibile semplicemente perché le somme portate dai primi investitori vengono moltiplicate con i soldi di quelli che arrivano dopo e così a seguire, in modo che i primi possano reinvestirla e a loro volta tutti gli altri, così sino a quando la cifra totale sarà talmente alta che i truffatori faranno incetta di tutte le somme per poi rendersi irreperibili. Il sistema conosciuto da tempo come “schema Ponzi” (dal nome dell’immigrato italiano che lo ideò e che a inizio secolo scorso sottrasse ai cittadini americani milioni di dollari) continua ad essere usato dopo oltre cento anni e nonostante tutto ancora nel 2008 il banchiere Madoff è riuscito a sottrarre 65 miliardi di dollari ai maggiori istituti finanziari mondiali. Questo perché per i primi che investono può risultare quasi favorevole, a loro volta con il passaparola fanno in modo di attirare altro capitale da altri cittadini per il facile guadagno a discapito di chi arriva dopo che sarà certamente defraudato e che perderà di sicuro il capitale.

Un altro aspetto delle truffe, sono le frodi online nelle quali troviamo reati che avvengono utilizzando sistemi informatici per sottrarre dati, informazioni o direttamente importi ai malcapitati. Le tecniche sono varie, abbiamo i malware (termine generico per descrivere tutti quei software dannosi per il pc o in grado di rubare dati dallo stesso), lo smishing (è una forma di phishing, cioè il rubare dati che di solito avviene via mail, ma che in questo caso avviene via SMS) e il vishing (cioè il phishing ma attraverso il VoIP facendo, ad esempio, finta di essere un call center che cerca di carpire le informazioni dall’interessato), la clonazione delle carte di credito e dei siti, e tutte quelle tecniche informatiche che servono ai malintenzionati per far cadere le vittime in trappole che solo nel 2022 hanno visto sottrarre alle tasche dei cittadini oltre 600 mila euro, a fronte di nemmeno 30 mila recuperati. Il consiglio è di tenere i propri dispositivi sempre aggiornati, sia nella parte antivirus e negli aggiornamenti di sicurezza del SO e di non cliccare sui link dei messaggi o delle mail che possono sembrare sospette soprattutto se provengono da istituti di credito o enti con i quali non abbiamo nessun rapporto, ricordando che non ci chiederanno mai di digitare i nostri dati o password all’interno di tali link, e comunque una telefonata alla nostra banca o al nostro fornitore di servizi può essere utile per fugare ogni dubbio.

Questi crimini sono perpetrati da una trasversalità di categorie di persone, i crimini sessuali spesso sono perpetrati da ragazzi abusati che mettono in pratica gli stessi schemi ripetendo quello che loro hanno subito e che ripetendo quello che sanno del sesso, ma alle volte sono solo dei ricchi annoiati in cerca di evasione. I truffatori non sempre sono persone che hanno necessità di denaro, anzi spesso alle spalle ci sono vere e proprie organizzazioni criminali, i bulli possono essere stati a loro volta bullizzati ma talvolta sono figli di famiglie per bene che all’interno del branco mettono in pratica azioni che sa soli non compierebbero. Questo sta a significare che quindi una realtà difficile non sempre produce persone difficoltose così come il benessere non assicura animi gentili, ed è proprio per questo che la Polizia preferisce prevenire piuttosto che reprimere, cercando di informare le coscienze. Già da diversi anni infatti la Polizia Postale e delle Comunicazioni della Sardegna, organizza nelle scuole dell’isola degli incontri con i ragazzi delle superiori dove si affrontano temi che vanno da “L’uso consapevole della rete e dei suoi pericoli” al “Revenge Porn – Sexting – Adescamento” sino al “Bullismo e Cyber-bullismo”. Gli incontri solo in questo anno scolastico arriveranno a 50, ma nel frattempo ci sono stati 6500 alunni partecipanti con una settantina di insegnanti, quindi una bella platea per formare dei ragazzi responsabili che potranno poi essere adulti responsabili ed evitare quello che per Greco è il «Chiacchericcio, si ricorda? Ne ha parlato il Papa in un suo Angelus, è quello che poi porta a queste conseguenze, perché basta che uno metta in giro delle voci o come in questi casi delle immagini e la vita di questi ragazzi è rovinata, soprattutto ovviamente di chi subisce ma anche chi lo fa poi non ne è immune». Gli incontri sono fatti anche con i genitori e alle volte solo per i genitori ma la risposta non sempre è quella che ci si aspetta, anzi i numeri sono piuttosto bassi, al momento sono solo 350 i genitori che hanno partecipato e spesso sono quelli che hanno già una certa sensibilità all’argomento.

A tutto questo si aggiungono i piccoli grandi problemi quotidiani di poliziotti, ragazzi non ancora trentenni, che si scontrano con la realtà della denigrazione da parte delle persone che poi comunque salvano e proteggono, ma anche da parte di una amministrazione che per problemi di contabilità rifiuta di compensare il pasto se non corredato da scontrino parlante o da fattura. «Dimmi tu come faccio a farmi fare uno scontrino o una fattura con il mio codice fiscale se sono a fare un servizio con qualche collaboratore di giustizia o un pedinamento? Se hanno lo scontrino parlante non ci sono problemi ma altrimenti la nostra copertura può saltare e non è poi solo più un problema di scontrino. Però chi è in amministrazione, che non sono più dei colleghi, sembra non capiscano le nostre esigenze» queste le parole di Daniele Bracco che continua «ci salva che quello che facciamo, per quanto duro, è comunque un mestiere che facciamo con passione, perché davvero alle volte è difficile. Si ricordano di noi e di quello che facciamo solo per campagna politica, diceva Pasolini che noi siamo sempre figli della minoranza (politica ndr), io l’ultimo aumento degno di nota che ricordi fu del governo Craxi. Senza parlare del tema intercettazioni, quelle telefoniche non si fanno più, anche lì è tutta politica, ormai sono intercettazioni telematiche ma se prima potevo avere un uomo per ascoltare 5/6 linee, adesso mi servono 5 uomini per uno di questi (mi mostra cellulare ndr) perché ci sono le chat, le mail, i social, diciamo che andando bene mi servono 10 uomini per analizzare 3 cellulari e mi dici se 10 li uso così, siamo 30 in tutto, come facciamo a mandare avanti l’ufficio?».

La cordiale chiacchierata di due giorni con il dottor Greco e con l’ispettore Bracco si chiude con altri aneddoti privati e soprattutto raccomandazioni su come sia necessario far passare un certo messaggio attraverso i media perché arrivi come monito per aiutarli nel loro quotidiano sforzo. Sforzo che è quasi impari rispetto alla potenza di fuoco messa in campo dalla malavita, perché manca personale, alle volte mancano i mezzi, ma non sarà mai deficitario della passione e della dedizione che la Polizia Postale della Sardegna mette a disposizione di noi cittadini, un nucleo di giovani donne e uomini che hanno deciso di rendere il mondo un posto migliore, per provare a restituirlo ai nostri figli un po’ meglio di come ci è stato consegnato, certi che “ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.

Roberto Leinardi

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