Emergenza dispersione acqua: la Sardegna perde la metà dell’acqua che riesce a immagazzinare. Il sistema colabrodo degli invasi sardi ha perdite diffuse in tutti i territori, che si concentrano in particolare in 35 Comuni, nei quattro capoluoghi di provincia e in molte località nelle fasce costiere.
I dati sono stati ricordati dal presidente dell’Ente di Governo dell’Ambito della Sardegna (Egas), Fabio Albieri, durante la presentazione del convegno in
programma per il prossimo 26 maggio a Cagliari, sul cambiamento climatico e le ripercussioni proprio sulle risorse idriche sarde.
«Il sistema idrico in Sardegna regge – ha spiegato Albieri – complice il meteo che negli ultimi anni è stato più clemente rispetto al resto d’Italia. Il sistema di invasi che negli anni è stato costruito è sostanzial mente efficiente ed è piovuto abbastanza – chiarisce – possiamo guardare all’immediato futuro con fiducia, ma quello della dispersione idrica è un fenomeno importante che colpisce pesantemente la Sardegna. La salvaguardia dell’acqua – continua ancora il Presidente Albieri – è tema oramai di strettissima attualità, specialmente nel nord del nostro Paese oggi si sta vivendo un periodo di grave siccità causata da quello che definiremmo un clima impazzito, fuori controllo, che sta producendo la quasi totale assenza di pioggia e neve, oltre a temperature eccessive per le medie stagionali: Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto combattono, più di altre regioni, con l’ennesima inverno
secco e un nuovo preoccupante primato all’attivo quest’anno, ovvero il livello dell’acqua più basso di sempre registrato nel fiume Po».
In un quadro generale preoccupante si può però dire che «in Sardegna abbiamo patito meno di altri la carenza di acqua negli invasi, ma nell’isola, dove contro il fenomeno si combatte da sempre, stiamo lavorando strenuamente tra le altre cose anche a contenere il più possibile il problema, della dispersione» ha dichiarato il Direttore generale di Egas Maurizio Meloni.
Secondo i dati dell’Arera infatti, nonostante l’ottimismo, l’Isola supera il 50% di dispersione dalle reti e dagli acquedotti, con 35 Comuni a guidare la classifica che coinvolgono il 50% della popolazione sarda e il 70% del totale delle perdite.
«Comuni costieri e turistici come ad esempio Villasimius e San Teodoro, solo per citare situazioni particolarmente critiche, sfiorano il 70% di perdite», sottolinea il presidente dell’Ente di governo dell’ambito della Sardegna e sindaco di Calangianus.
In aiuto arrivano i fondi del Pnrr, circa 50 milioni: sommati a risorse del Fondo di sviluppo e coesione e altri finanziamenti si raggiungono circa 150 milioni a disposizione per ‘tappare le falle’ e riorganizzare le 346 reti gestite da Abbanoa.
L’Egas nell’Isola conta oltre 11mila chilometri di condotte, di cui 7.000 per le reti e 4.500 di acquedotti.
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